COMUNITÀ DEGLI ITALIANI DI DIGNANO

Nel luglio del 1948, veniva ufficialmente costituito il Circolo Italiano di Cultura “Lorenzo Forlani”. Fondatori Giovanni Demarin e Antonio Gorlato, che fu poi il primo presidente del sodalizio. La fondazione avvenne dopo la formazione delle sezioni corale, filodrammatica e folcloristica, avvenuta tra il 1945 e il 1947.

Nel 1971 il Circolo Italiano di Cultura si è trasformato in Comunità degli Italiani.
Il Circolo Italiano di Cultura “Lorenzo Forlani” era nato su iniziativa dell’Unione degli Italiani dell’Istria e di Fiume come tutti gli altri Circoli della regione istro-quarnerina, con l’intento di offrire agli Italiani rimasti le condizioni per il mantenimento e lo sviluppo della propria peculiare identità nazionale, culturale e linguistica nei luoghi di insediamento storico. Nel CIC “L. Forlani”, divenuto poi CI Dignano, la continua corroborazione delle profonde radici bimillenarie veniva accostata alla volontà dei soci, delle sezioni e della scuola con lingua d’insegnamento italiana di rendere la cultura locale non un fatto archeologico, ma una realtà viva con la quale confrontarsi giorno per giorno.

La Comunità dignanese ha saputo ritagliarsi dal 1948 in poi uno spazio preciso non solo nell’ambito locale ma anche in quello che supera il confine regionale, diventando interessante punto di riferimento per chi apprezza i valori dell’arte e della cultura in genere.

La CI Dignano, coi suoi canti popolari, coi costumi, col dialetto istrioto (al favelà), con la profondità delle sue ricerche, con la creatività artistica, col rispetto delle tradizioni e con tutti gli altri aspetti della cultura boumbara, rappresenta un importante vivace tassello del mosaico culturale istriano.
Gli artefici della vivacità artistico-culturale e di ricerca del sodalizio dignanese sono sicuramente gli attivisti che hanno svolto e svolgono con entusiasmo, costanza espirito di sacrificio migliaia di ore di attività sotto forma di prove, spettacoli, manifestazioni pubbliche, ricerche, nell’ambito del coro, del folclore, della filodrammatica, della banda, dei minicantanti, dell’orchestrina, dei recitatori, dei solisti, del coretto, degli strumentisti, degli artisti, dei ceramisti, dei ricercatori, degli scacchisti, degli sportivi e di altri gruppi di attività.

Da ricordare le azioni e le iniziative particolari della CI Dignano:
– “I Circoli cantano” (gara canora regionale realizzata a tappe negli anni ’60);
– “Ex tempore internazionale di pittura”;
– Torneo internazionale di scacchi “Coppa Lorenzo Forlani”;
– Festival internazionale del folklore “Leron”;
– Premio letterario in dialetto istrioto dignanese “Favelà”;
– periodica organizzazione di mostre etnografiche sulla cultura locale, di serate letterarie, tavole rotonde e convegni.

Degne di nota anche le iniziative di carattere locale, regionale, nazionale e internazionale a cui il nostro sodalizio ha aderito e aderisce. Una delle più significative è certamente il Festival dell’Istrioto.

A seguito della notevole attività di ricerca storico-etnografica svolta dalla CI Dignano e dalla Sezione italiana della SE Dignano, la CI Dignano ha pubblicato i seguenti testi: “AVI, alberi genealogici della gente dignanese”, la raccolta di lavori di ricerca “Dignano nei secoli”, il ricettario “La couseina boumbara”, la monografia “Costumi e tradizioni dignanesi” di Anita Forlani. Ha contribuito inoltre alla pubblicazione de “Le casite, un censimento per la memoria storica” e degli atti del convegno “Giuseppe Del Ton. Da Dignano d’Istria al Vaticano a scrivere il latino per sei Pontefici”.
Questa notevole attività artistico-culturale e di ricerca si è avvalsa nel corso degli anni del sostegno immancabile dell’Unione Italiana, dell’Università Popolare di Trieste, della Regione Istriana, della Regione Veneto, della Città di Dignano che ha donato al sodalizio dignanese Palazzo Bradamante, ristrutturato nel 2005 grazie ai mezzi finanziari del Governo italiano.

Prospettive per il futuro: la CI Dignano, Comunità storica della nostra regione, gelosa custode delle ricche tradizioni autoctone locali, guarda ottimisticamente all’avvenire, in un contesto di fratellanza europea e di convivenza interetnica, dove ciascuno, consapevole e fiero della propria identità e del proprio retaggio, dialoga e comprende l’altro, in uno scambio reciproco, in una crescita civile e culturale, in una regione plurale com’è quella istriana.